Che cosa è il ReiWa

E’ un metodo di autoguarigione, di ricerca interiore e di crescita personale. Ma, per capire bene di che cosa si tratta, si può partire dall’etimologia. ReiWa è una parola composta, e deriva dal  giapponese ( come indicato dagli ideogrammi che compongono il termine ). “Rei” si potrebbe tradurre, in italiano, con “energia spirituale”; “Wa”, invece, come “nutrimento-armonia”. ReiWa, quindi, significa “nutrimento dell’energia spirituale" (universale/apolare).

Il ReiWa ha indubbiamente delle attitudini e somiglianze con il Reiki, ma è un metodo che si distingue da quello impostato da Mikao Usui o da altri, sia nella struttura che, in buona parte, nel contenuto teorico, pratico e metodologico. Vorrei sottolineare però, che il ReiWa non nasce come contrapposizione o rottura rispetto al Reiki tradizionale.Per questo ho scelto di mantenere il nome del metodo da me ideato, in collegamento con i termini e i loro relativi e specifici ideogrammi giapponesi. Reiwa prende spunto e si sviluppa nella dinamicità propria dell’ Energia Universale e letteralmente significa Nutrimento dell’Energia Spirituale Universale ( apolare/non-duale) quindi: comprensione e armonia degli opposti nell’unità dell’universo.
È un approccio libero dai condizionamenti dogmatici. Fondamentalmente si tratta della naturale evoluzione del percorso di formazione e di approfondimento che ho sperimentato sia su me stesso, sia con chi ha partecipato ai seminari che ho tenuto negli anni. È uno strumento di guarigione naturale e di sviluppo interiore.
Per fare ReiWa è necessario seguire i seminari articolati in quattro livelli consecutivi, ma autosufficienti e con obbiettivi distinti per ogni singolo livello d’apprendimento. Anche nel ReiWa, il primo livello fornisce già l’abilità di operare con l’energia universale apolare, sia su di sé che su altri essere viventi.
Nei trattamenti ReiWa, l’ Energia Spirituale Universale agisce in sintonia con le esigenze naturali del ricevente. Grazie a questa tecnica energetica i vari organi del corpo ( e ciò che con essi è annesso e connesso sia a livello fisico, che psichico, che energetico )  funzionano meglio. Questa Energia produce rilassamento e stimola l’energia vitale insita in ogni essere, favorisce l’autoguarigione, agevola i cambiamenti e la crescita personale. Però attenzione, nel ReiWa non si cura l’eventuale malattia o problema, ma ci si prende cura della persona nel suo insieme, indipendentemente dalle varie malattie o problemi. L’Energia Spirituale Universale va ben oltre le abilità o conoscenze, tanto dell’operatore che del ricevente.
Ricevere trattamenti ReiWa è comunque cosa diversa dal diventare tramiti o veicoli per la trasmissione dell’Energia Spirituale Universale: per essere tali è indispensabile ricevere le attivazioni energetiche attraverso i previsti e necessari riti, che di solito sono inseriti all’interno di seminari teorico-pratici ed eseguiti dal ReiWa Master qualificato.

Sto dicendo che, attraverso la ricerca interiore e, quindi, la crescita personale e l’utilizzo di questa energia, ci si può curare. Guarire dentro, “interiormente” intendo, ma anche da vari acciacchi fisici e possiamo aiutare altri a fare altrettanto. Non stiamo comunque parlando di medicina, ne occidentale ne orientale; non è terapia specifica, anche se produce effetti terapeutici.

Sicuramente. Lo è, infatti, proprio come principio, come bisogno comune a tutti gli esseri umani. E’ il bisogno di trovare risposte che ci porta, da sempre, a porci delle domande. Da qui nascono le varie filosofie.

Anche. Ma non solo. C’è un concetto filosofico di fondo, ma c’è anche un’applicazione pratica percettibile, sperimentabile.

Intendo dire che il ReiWa, nella sua applicazione pratica, provoca un cambio di coscienza e di percezione, ma anche di stato somatico. Cambiano l’umore, le sensazioni e gli effetti, sia da un punto di vista fisico che da un punto di vista psichico. Si acquisisce, con il tempo, una coscienza differente, più ampia e un miglior stato di benessere psicofisico. E queste sono tutte cose che possiamo verificare su noi stessi, affidandoci al ReiWa.

Sì , un metodo, un sistema, infatti ci sono specifiche procedure di applicazione per attivare il ReiWa.

Credo che dobbiamo sgomberare il campo da qualsiasi fraintendimento. Il ReiWa non è una religione, non è, come dicevo prima, una scienza medica, non è una tecnica manipolatoria o ipnotica, non è una pratica magica, non ha nulla a che fare con una setta: non c’è nessuna dipendenza da guru, leader o figure simili o presunti tali; anzi, l’idea di fondo è proprio all’opposto e non c’è dipendenza nemmeno dallo strumento stesso.

Anche se nel ReiWa vanno considerati 4 aspetti principali: Trascendenza, Sviluppo Interiore, Risanamento psicofisico e Autodisciplina, l’idea è quella di rendere indipendenti il più possibile, autonomi; liberi dai condizionamenti dogmatici, culturali e strutturali che sono invece tipici di molte discipline, religiose e no. Il ReiWa non si pone in contrapposizione con qualcosa o qualcuno; anzi, tende a creare armonia dove ci sono conflitti. Per quanto mi riguarda la mia disponibilità c’è, anche in misura dell’aiuto che mi viene richiesto come master e/o consulente e/o terapeuta.

Non propriamente. Ci sono dei riti di “ iniziazione” , vengono date delle indicazioni e rilascio una dispensa riassuntiva per ogni livello d’apprendimento, che sono 4 ( con i rispettivi attestati di qualifica) ma poi il percorso viene compiuto dall’individuo, con l’apporto dello strumento che ha appreso. Non ci sono dogmi, non ci sono regole imposte. L’energia spirituale che viene attivata è vissuta essenzialmente dalle specificità di ognuno.

No, tutt’altro. A volte può risultare complesso comprenderne a fondo i meccanismi, ma in generale è molto semplice nella sua applicazione. Inoltre, è strutturato in specifici livelli d'apprendimento, ma non in un’ottica scolastica di promozioni e bocciature: nessuno è indotto o costretto ad affrontare un livello per cui non si sente pronto, ed è l’individuo a stabilire questo. Come dicevo, ci sono delle indicazioni didattiche, ci sono dei suggerimenti e indicazioni pratiche, non dei dictat.

E’ come nella natura: il fuoco scotta, l’acqua bagna, e questo è un principio universale, valido per tutti. Non si tratta di una regola: è così a prescindere dalla nostra volontà. Noi possiamo decidere se utilizzare o no l’acqua o il fuoco, ma la loro natura si manifesta ed esiste a prescindere dal nostro utilizzo. L’energia spirituale che viene attivata dal ReiWa, allo stesso modo, esiste a prescindere dal fatto che la utilizziamo o meno: se la vogliamo utilizzare, è bene che ne conosciamo le caratteristiche e le modalità di applicazione, altrimenti potremmo utilizzarla in modo del tutto , o in parte, inappropriato.

No. Ogni essere umano, in quanto tale, può accedere al ReiWa.

L’unico limite è la consapevolezza dello strumento che si utilizza, e quindi la capacità di comprenderlo al meglio. Ma non ci sono, per esempio, limiti di età: si può essere giovani, adulti o anziani; non ci sono limiti di professione, di cultura, di provenienza, di appartenenza religiosa, di razza eccetera.

Agisce attraverso la trasmissione energetica. Si trasmette l’energia spirituale, che è un’energia universale, attraverso se stessi. Noi siamo come dei tramiti, che sono in grado di trasmettere l’energia universale. Attenzione, non sto parlando di energia personale, ma di energia universale, quindi a disposizione di tutti, nessuno è speciale in questo, nessun potere psichico o di altro genere da esibire. Noi ci limitiamo a veicolarla: non la possiamo possedere.

All'interno dei seminari di ReiWa vengono fornite le nozioni teoriche e svolti gli esercizi pratici perché i partecipanti possano sperimentare le proprie capacità di percezione e di trasmissione; e, naturalmente, acquisire abilità come tramiti dell'energia universale.

Potrebbe essere possibile, però, a mio avviso, dovremmo averne una costante, precisa e assoluta consapevolezza, 24 ore su 24. Mi vien ora da usare una metafora, immagina che l'energia universale sia come un fiume che ha una sorgente, un percorso, una foce; è sempre acqua dello stesso fiume, ma le caratteristiche dell'acqua di sorgente non sono le stesse alla foce o lungo il percorso..o meglio si può immaginare che l’energia universale sta in noi, come la sorgente d’acqua nella profondità di un pozzo e noi siamo il pozzo da cui far sgorgare quest’acqua e i previsti riti di iniziazione servono a stabilizzare il pozzo, a renderlo funzionale. Dunque, nel ReiWa si tratta di attingere alla fonte e gli specifici riti di iniziazione o meglio di attivazione energetica, aiutano in questo.

Si tratta di energia spirituale. E’ una distinzione importante, perché non va confusa con l’energia fisica o con l’energia psichica o personale ne tantomeno con quella di qualsivoglia  ‘entità’. L’energia spirituale è un substrato comune, è collettiva, appartiene a tutti contemporaneamente. Inoltre ha una particolare caratteristica, quella di essere apolare. Ci sono poi alcune particolarità dell’energia universale, riguardanti il ReiWa che, a mio avviso,vanno tenute in considerazione:
L’Energia Spirituale è Una, ma vibra a frequenze differenti, che noi possiamo percepire attraverso i nostri differenti sensi e quindi possiamo lasciarla scorrere senza interferenze. E questa , ho notato, pare la parte più difficoltosa.
L’Energia Spirituale Universale è Apolare e in stato di perenne scorrimento.
All’interno di ciò che è l’Energia Universale nel suo complesso, frequenze energetiche di un certo tipo, attraggono frequenze o vibrazioni dello stesso tipo. Difatti non siamo tanto noi che diamo, quanto invece è o viene richiamato attraverso di noi, dalle reali esigenze del ricevente.
L’Energia Spirituale ( apolare e universale) si espande a cicli spirali, ovvero in un movimento energetico a flussi.

Si tratta di un’energia non polarizzata. Pensiamo ad una pila. Le pile hanno un polo positivo e un polo negativo; l’energia universale, invece, non ha poli o meglio li comprende tutti. La sua caratteristica è quella di apportare e rinnovare l’energia spirituale in ogni essere vivente.

L’energia universale del ReiWa interviene sulle cause delle disarmonie energetiche, sciogliendo gli eccessi e colmando le carenze. Non lavora sull’effetto, come una pastiglia o una pomata, ma sulla causa; più la causa è vicina, nel tempo e nello spazio, più rapidamente l’energia in questione apporta benefici. Favorisce l’autoguarigione nel rilassamento profondo, rispetta le esigenze naturali di ogni essere vivente, agevola i cambiamenti interiori ed è di aiuto in terapie di qualsiasi tipo.

In realtà si tratta più di un lavoro interiore che di una soluzione a portata di mano, tipo: “toccato-guarirto”( anche se si può intervenire, mettendosi a disposizione, per il benessere e il risanamento fisico e psichico). Pensiamo al simbolo del Tao, che oramai è noto a tutti. Il Tao è composto dallo Yin, che letteralmente può significare “oscuro”, e dallo Yang, che può significare, invece, “luminoso”. Ma il simbolo non è composto semplicemente da una metà oscura e da una metà luminosa: in ognuna delle due metà c’è un cerchio di segno opposto. Questo significa che luminoso e oscuro si compenetrano, come dimostra la linea di separazione del simbolo stesso, che non è retta, ma ondulata. Lo Yin e lo Yang sono l’equivalente, nella cultura occidentale, dei principi relativi al  negativo, femminile, ecc.; e del positivo, maschile ecc.. Nel ReiWa, come nel Tao, non si escludono le polarità, ma semplicemente le si inglobano, si armonizzano comprendendole ambedue, anche perché non può esistere un “yin” senza uno “yang” o viceversa. Il ReiWa armonizza ciò che può essere considerato negativo con il positivo, l’oscuro con il luminoso, il femminile con il maschile, ecc.. Questo concetto di luce/oscurità è sicuramente il più calzante, perché non si può comprendere l’oscurità senza paragonarla alla luce, né la luce senza paragonarla all’oscurità: in un mondo di sola luce, non esisterebbe equilibrio, esattamente come in un mondo di sola tenebra. Luce e ombra non sono forze opposte e antagoniste, se non nella nostra concezione; noi tendiamo a metterle in contrapposizione, mentre in realtà è solo dal loro equilibrio e dinamicità, che si può giungere a vivere l’armonia.

Sì, certamente. Noi siamo soliti dire che il bene è chiaro, luminoso e che il male è buio, oscuro. E identifichiamo la purezza con il bene, con il bianco, con la luce. Ma, secondo il ReiWa, cioè l’Energia Spirituale Universale, la purezza sta invece nel chiaroscuro, cioè in una miscela armonica di chiaro e di scuro. L’energia universale più pura non parteggia per una parte o per l’altra, perché è compenetrata da ambedue e, scegliendo solo la luce o solo la tenebra, si amputerebbe. Non tutta la luce è buona, come non tutta l’ombra è cattiva. Prova a pensare ad un seme: il seme germoglia se è all’oscuro, sottoterra; lasciato in piena luce, secca. Ha bisogno di nascondersi nella terra per poter germogliare, altrimenti il sole lo brucia. Poi, per crescere, necessita della luce, ma le radici sprofondano sempre più nella tenebra della terra. Allo stesso modo il pane lievita nel buio, all’oscuro, sotto un  panno, non alla luce. Anche gli esseri umani, come altri esseri, si generano e formano all’interno, nella “oscurità” del ventre materno, per poi venire alla “luce” e crescere. A volte è la luce stessa a generare ombre e quindi oscurità. Sono quindi propenso a credere, in base alle mie osservazioni ed esperienze, al di là delle specifiche caratteristiche della luce  e del buio, che l’oscurità è solo una variabile forma di luminosità o luce differente.

Come già detto, questi  riti d’attivazione energetica rendono possibile il fluire sicuro e duraturo dell'Energia Spirituale Universale, in sé stessi e attraverso sé stessi.

In realtà nel ReiWa l’energia spirituale ( universale e apolare) fluisce senza che l'operatore veicoli la propria energia personale. Evitando così di scaricarsi energeticamente, o di ricevere o passare ad altri eventuali malesseri, come invece può accadere con altre modalità.

Nel ReiWa noi siamo solo tramiti e osservatori neutrali , ma non passivi, bensì attivi, ma solo nell’ascolto e nell’osservazione, non nel forzare o comandare l’Energia. Siamo nella condizione partecipe di amorevoli osservatori, di ciò che accade. Noi, attraverso il ReiWa, ci poniamo nelle condizioni di poter fare da tramite e di veicolarla. Il punto focale è l’intenzione allineata, ma l’approccio è quello del lasciare che l’Energia agisca di suo: meno ci mettiamo del ‘nostro’, più il movimento energetico è funzionale ed efficace..

In realtà non si paga l’Energia: si pagano il tempo e l’esperienza (il cosiddetto “know how”) dell’operatore. L'operatore ReiWa, master compreso, fa da tramite all'Energia , la quale opera e trasforma ciò che è disarmonico, riportando un equilibrio olistico e armonioso. In realtà questa Energia Spirituale Universale, non ha prezzo: il suo valore è talmente elevato, in proporzione, che nessuno avrebbe di che pagarsela. Quindi, al di là di ogni ipocrisia, sapendo che nulla avviene gratuitamente, nemmeno ciò che è donato ( ovviamente si può onestamente donare )  e nella chiarezza di un equo scambio, ci può stare, tra il dare ed il ricevere , il pagare la frequentazione ad un seminario,  in riferimento alla gestione, al tempo, alla professionalità e al bagaglio esperienziale che vengono messi a disposizione. Ritengo inoltre che, ciò che possiamo considerare spirituale è ovunque, anche in ciò che possiamo distinguere come materiale o mondano e non solo in alcune situazioni o attività o persone o luoghi privilegiati da alcuni modelli di pensiero. Come l’intenzione con cui si può mangiare anche un semplice frutto, al di là delle credenze e dei bisogni, può fare la differenza tra il nutrirsi spiritualmente o l’ingozzarsi o l’inorgoglirsi.

Pur essendo stato iniziato a master Reiki nell'ambito del sistema tradizionale Usui Shiki Ryoho, non ho aderito ad alcuna organizzazione di Reiki. In questo mi sono permesso un’autonomia che mi è stata utile per sperimentare: ho potuto approfondire la mia comprensione nell'applicare l'Energia Universale  nel contesto della vita quotidiana. Così facendo, fra gli alti e bassi della ricerca interiore, mi sono reso conto del flusso dinamico e vario e delle differenziazioni o particolarità della stessa, a volte molto sottili.
Penso che tutto sia impermanente, cioè sempre in trasformazione e ci sia comunque interdipendenza tra persone, altri esseri, cose e situazioni. Anche ciò che attualmente viene riportato dal Giappone in ambito ReiKi, relativo al sistema sviluppato dall’illustre uomo giapponese Mikao Usui ( che secondo la tradizione è nato nel 1865 e morto nel 1926 ) e dal quale trae origine il metodo ReiWa non è automaticamente sinonimo di originalità; alcune metodiche di matrice occidentale nell'utilizzare e vivere l'energia spirituale e universale, sono appropriate e per nulla deficienti al riguardo. Da quando sono master Reiki ho fatto continua e quotidiana esperienza, ho appreso e insegnato l'uso dell'Energia Spirituale Universale, sia come strumento di guarigione naturale, sia come via di autorealizzazione e sviluppo interiore. Bisogna tener presente che si possono verificare modifiche durante l'evoluzione di un metodo e che tradizione non è sinonimo di fossilizzazione. l'Energia Universale non si lascia di certo etichettare dalle parole che si usano per definirla, ma la modalità da me via via vissuta ed elaborata differisce nella struttura, e per certi aspetti anche nel contenuto, da ciò che viene definito Reiki di Usui. Ho scelto quindi il nome ReiWa, che ho trovato adatto a rappresentare il cambiamento e il nuovo tipo di approccio: non una rottura, ma una transizione naturale ed armonica di ricerca, scoperta e applicazione.

Ormai il Reiki è diffuso in tutto il mondo e con diversi approcci e modalità che possono essere ben distanti tra loro e non solo nel tempo e nello spazio, ma anche dalla concezione del suo fondatore; basti pensare che a tutt’oggi ci sono centinaia di “scuole” differenti di Reiki.
Comunque chi si rifà al sistema Usui di Reiki, si riferisce in qualche misura al metodo tradizionale e dovrebbe poter dimostrare il proprio lignaggio di discendenza secondo la linea dei master che dovrebbe risalire al fondatore. Per quel che mi riguarda eccola qui: Mikao Usui – Chujiro Hayashi (master nel 1925) – Hawayo Takata (master nel 1938) – Phyllis Furumoto (master nel 1979) – Sylva Schnyder (master nel 1990) – M.Grazia Bragaglia (master nel 1994) – Adriano Bontempi (master nel 1996). Inserisco con gratitudine in questa lista anche Engelbert Maugg, master Reiki nel 1985 ( dal 1991 ha modificato il suo insegnamento al sistema Usui ) da cui sono stato iniziato al primo e secondo livello Reiki nel 1995.

Perché ritengo che siano attualmente utili 4 livelli per meglio definire e precisare i passaggi di apprendimento, per l’applicazione, la sperimentazione e la comprensione di uno “strumento” ampiamente articolato quale è l’Energia Spirituale Universale.

Il ReiWa nasce da un Sogno…

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